Intervista a Brandi Jackson e Taj Jackson, nipoti di MJ e lei ex fidanzata di Robson
Traduzione di Maria Chiara Sapori
-Intervista esclusiva: la nipote di Michael Jackson, ex fidanzata della star di Leaving Neverland Wade Robson, spiega perché è convinta che stia mentendo-
Di John Ziegler
9 marzo 2019, 7:00 PM
Cosa direste se vi dicessi che c’è una persona di nome Brandi Jackson, parente diretta di Michael, che ammette esplicitamente di aver avuto una lunga relazione con Wade Robson, uno dei due accusatori del documentario dell’HBO Leaving Neverland che ora dice di essere stato orribilmente abusato sessualmente dalla pop star per 7 anni? E cosa direste se vi dicessi che un punto chiave della storia di questa donna è che Wade Robson la tradiva, fra le altre, con Britney Spears, tanto che causò la rottura della storica relazione con Justin Timberlake?
Ora, viste solo queste informazioni (che sono solo la punta dell’iceberg), voi penserete che una notizia del genere sarebbe oggetto di enorme attenzione da parte delle principali reti televisive. Tuttavia, per una serie di circostanze bizzarre, ciò non è ancora accaduto. Fra queste circostanze, abbiamo l’avversione apparente, da parte della televisione, a permettere che anche una persona altamente credibile possa mettere in discussione la veridicità di un’accusa di abusi sessuali condannata soprattutto da Oprah Winfrey.
Invece ecco che la prima lunga intervista che Brandi Jackson (nipote di Michael che ora ha 37 anni) ha fatto dopo la messa in onda del “documentario” estremamente controverso, è stata con me per il mio umile podcast. L’avevo vista fare un’intervista molto interessante prima che il film fosse trasmesso, ed ero rimasto basito nel constatare che l’HBO non aveva nemmeno avuto la minima correttezza di inserire anche il suo punto di vista e, inspiegabilmente, non aveva nemmeno menzionato il suo ruolo chiaramente fondamentale nella vita di Robson (ho il sospetto che Wade abbia nascosto al regista Reed l’esistenza di Brandi, e che Reed, a quanto pare preferendo una versione parziale, non abbia indagato abbastanza per scoprirne autonomamente l’esistenza).
Dal momento che lei non vive molto lontano da me nel Sud della California, le ho chiesto se potevamo incontrarci e magari fare un’intervista approfondita. Il motivo del mio interesse, a prescindere se Michael fosse o meno un pedofilo, era che
Avevo trovato Leaving Neverland assolutamente privo di quell’etica basilare che dovrebbe possedere ogni documentario, e sembrava che ci fossero diverse lacune nella versione di Robson.
Dopo aver guardato il film, ero molto aperto all’idea che Michael Jackson fosse effettivamente un pedofilo, ma che almeno metà della storia di Leaving Neverland potesse esseere falsa.
Per me era chiaro che Brandi, che è stata con Robson durante tutta la loro adolescenza, aveva avuto un’esperienza veramente unica con lui, il che avrebbe potuto far luce su ciò che stava realmente succedendo, e mi sono sentito gratificato che abbia accettato di raccontarmi la sua storia affascinante quando ci siamo incotrati venerdì scorso nella tenuta della famiglia di Michael Jackson a Calabasas.
L’intervista di circa un’ora è stata straordinaria sotto diversi aspetti e i punti salienti sarebbero troppi da elencare. Perciò eccolo, senza tagli, uno dei miei più recenti episodi
Del mio podcast “Wold according to Zig”.
(Per il riassunto del Podcast, vedi sotto)
Credo che se ascoltate l’intervista con una mente aperta, la credibilità di Brandi parli da sé. È comprensibile che ci saranno ancora persone che crederanno ancora alla versione di Robson, ma non c’è dubbio che quella di Brandi abbia molto più senso. Ma, di nuovo, la domanda qui è: perché la sua esistenza è stata censurata da Leaving Neverland? E perché non è stata intervistata in televisione?!
Poi ho intervistato Taj Jackson, un nipote 45enne di Michael Jackson, lui stesso vittima di abusi, che è stato una sorta di rappresentante della famiglia Jackson che nei media in risposta al filmE’ stato un tentativo di rispondere, in tutta questa controversia, a questa domanda sul film e a tante altre (tra cui quelle sull’altro accusatore del film James Safechuck che [Taj] prevede prima o poi ritratterà). Sabato abbiamo parlato per ben più di un’ora ed eccovi qui la registrazione, anche questa senza tagli:
[Link all’intervista]
Naturalmente potrete trarre le vostre conclusioni, ma vi esorto almeno ad ascoltarle fino alla fine. Il fatto che i media non lo abbiano ancora fatto costituisce sia un drammatico abbandono del loro dovere di correttezza basilare di diffondere la verità, sia che un segnale del fatto che, ancora una volta, siano ricorsi a un falso giudizio suna notizia importante.
In base alla mia ricerca piuttosto approfondita su Leaving Neverland, il film non è solo gravemente ingiusto, ma molto probabilmente è anche falso.
John Ziegler è un importante opinionnista del sito Mediaite. Conduce un podcast settimanale su temi riguardanti i media e produce documentari. Potete seguirlo su Twitter. Il suo account è @zigmanfreud o inviargli un’email all’indirizzo This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it
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RIASSUNTO DELL’EPISODIO
L’episodio dell’intervista a Brandi è diviso in tre parti: un commento iniziale da parte di Ziegler, l’intervista integrale e il commento finale.
Commento iniziale
Visto che è il primo episodio di questo podcast, Ziegler fa una sorta di presentazione: riguarderà “il mondo visto da una prospettiva conservatrice”. Elenca più o meno gli argomenti che saranno trattati (si parlerà perlopiù di politica), però dice che questo episodio sarà diverso da tutti gli altri perché ha ritenuto la vicenda del “documentario” (le virgolette sono mie) Leaving Neverland particolarmente significativa.
Inizia col dire che non avrebbe mai pensato di dover fare una cosa del genere, ma siccome nessun giornalista si è preso la briga di mettere in discussione questo programma si sente in dovere di farlo.
Prosegue nel suo discorso dicendo che, sostanzialmente, anche se Michael dovesse essere stato stracolpevole (“e magari lo era!” dice) questo “documentario” (sempre mie le virgolette) sarebbe assolutamente ingiusto. Dice di aver sempre avuto un’avversione per questo tipo di ingiustizie, anche quando in una partita la sua squadra sta vincendo immeritatamente si arrabbia tantissimo. Un’altra cosa che non sopporta sono le bugie, anche se riguardassero qualcuno a cui non è particolarmente simpatico. Non è uno di quelli che stanno lì a guardare.
Poi introduce Brandi Jackson ripetendo quello che scrive in questo articolo. L’unica cosa che aggiunge è che se il pubblico avesse saputo di Brandi sicuramente si sarebbero accesi molti campanelli d’allarme.
L’intervista con Brandi
Brandi è figlia di Jackie Jackson e ha almeno altri due fratelli. Ha vissuto dei bellissimi momenti con suo zio Michael da bambina e anche dopo e parla di lui come una persona dolce, genuina, che si prendeva cura delle persone. Ziegler le chiede se parla così solo perché è la nipote o se sta cercando di essere obiettiva; lei gli risponde che è la verità e che chiunque abbia avuto a che fare con lui direbbe la stessa cosa perché era gentile con tutti. Poi, su richeista di ziegler, smentisce il fatto che la famiglia abbia vissuto e stia vivendo sulle spalle di Michael, dicendo che ognuno ha il proprio lavoro e se stanno facendo queste è solo per riabilitare la sua immagine perché lui non è più qui per difendersi; loro non ne hanno nessun guadagno.
Riguardo le mancate interviste in televisione, dice che ci sono state diverse interviste che avrebbe dovuto fare, ma appena la data si avvicinava venivano annullate con delle scuse. Pur non volendo fare nomi, su esplicita richiesta, ha nominato Good Morning America e la ABC, che avrebbe dovuto fare la settimana prima della messa in onda. È dispiaciuta che nessuno (Winfrey compresa) l’abbia mai interpellata per sentire la sua versione.
Ziegler specifica che sarebbe stato importante che venisse intervistata non tanto per essere la nipote di Michael, ma per essere stata l’ex di Robson.
Brandi e Robson si sono visti per la prima volta nel 1991, avevano fatto alcuni video insieme a Michael, tra cui Black or White e un servizio fotografico.
Ogni tanto si vedevano e ad un certo punto Robson ha iniziato ad avere una cotta per lei. Ha chiesto a Michael se gliela poteva presentare. Quando li ha presentati, hanno passato una settimana insieme (forse a Neverland, ma non sono sicura) cominciando a conoscersi. È stato lui a chideerle di mettersi insieme (nel “””documentario””” lui dice che da piccolo Michael gli aveva detto che non bisognava fidarsi delle donne……).
quando erano fidanzati frequentavano le rispettive famiglie. Per i primi 6 anni andava tutto bene, poi lei ha cominciato a notare qualcosa di strano; è coinciso con il periodo in cui produceva cantanti come Mandy More e Britney Spears (che Justin Timberlake gli aveva presentato mettendolo nella produzione oltre che nel ruolo di coreografo). Il suo atteggiamento era cambiato, non era più trasparente con lei. Lei, alla luce di qeusto e anche del suo intuito femminile, continuava a fargli domande. All’inizio negava, ma poi, quando la notizia della relazione tra lui e la Spears è apparsa sui media e un amico comune glielo ha riferito, gli ha detto che sapeva tutto e lo ha lasciato (siamo più o meno nel 2001).
Brandi a Michael non ha mai detto nulla perché non voleva rovinare il suo rapporto con Wade, anche se in passato, quando le cose andavano bene, le diceva che se avesse avuto problemi con Robson avrebbe potuto dirglielo.
Brandi dice che se quello che afferma Robson fosse vero se ne sarebbe accorta (ne è prova il fatto che quando lui ha cominciato a cambiare lo ha notato subito). In più avrebbe cercato di avere rapporti intimi molto prima (li hanno avuti solo nell’ultimo anno e mezzo o due) perché, secondo quello che dice Robson, Michael gli avrebbe detto che quello che gli faceva era normale tra due persone che si amavano.
A questo si aggiunge il fatto che durante il fidanzamento c’erano state le accuse del 93 e non era venuto fuori niente, né lei aveva mai sospettato nulla pur essendo ben consapevole della gravità di questi crimini.
Da quando si sono lasciati lei e Robson si sono sentiti solo nel 2009, una settimana dopo la morte di Michael. Prima l’ha chiamata sua madre Joy, piangendo sconvolta per la morte di Michael. Le ha chiesto se potevano rivedersi e pranzare assieme, visto che era da troppo tempo che non si vedevano. Prima di appendere, la mamma le ha detto che avrebbe voluto vedere i figli di Michael, pensava che i figli avrebbero dovuto stare con lei e non con la nonna. A quel punto Brandi le ha risposto che i figli erano dove dovevano stare.
Poco dopo l’ha contattata Wade facendo il carino, ma lei gli ha detto di lasciarla stare. Crede che sia stato un altro tentativo di manipolarla per arrivare ai figli.
Ziegler e Brandi sono arrivati alla conclusione che in pratica, morto Michael, i Robson dovevano cercare un appiglio per rimanere in qualche modo nella famiglia.
Quando Brandi ha sentito palrare del suo (di Robson) esaurimento nervoso non è rimasta stupita (sapeva anche del Cirque du Soleil) e, nonostante lo shock, lo è rimasta ancora meno quando ha saputo delle accuse del 2013. Dice che lui è una di quelle persone che se vogliono qualcosa fanno di tutto per averlo.
Brandi e Ziegler cominciano poi a commentare qualche dettaglio ridicolo del “””documentario”””. Hanno ridicolizzato (giustamente!) una pseudoprova degli abusi di Michael inserita nel “””documentario”””. Nel film, Robson sostiene di aver subito penetrazioni anali da parte di Michael, che avrebbero causato il sanguinamento del retto sporcando la biancheria intima. All’età di 14 anni, Michael l’avrebbe chiamato nel suo studio per assicurarsi che si fosse sbarazzato delle prove degli abusi.
Brandi e Ziegler ridicolizzano questa “prova” perché:
-Robson dice che quel sangue era di Michael, ma non ha alcun senso anche perché non si ha la certezza assoluta che ci sia il DNA di Michael (Ziegler);
-Se Michael avesse voluto veramente che Wade si sbarazzasse delle prove, perché chiamarlo nel suo studio? Avrebbe potuto benissimo fargli una telefonata dicendogli “Oh butta via le mutande” (lo dice Ziegler);
-Per il periodo in cui sono stati fidanzati, è sempre stata la mamma di Robson a fare il bucato. Se ci fosse stato qualcosa di strano l’avrebbe notato sicuramente (Brandi);
-Quando aveva 14 anni, svolgeva quotidianamente lezioni di danza molto impegnative. Non avrebbe potuto farlo se fosse vero quello che dice di aver subito.
Ziegler fa anche notare che Joy Robson, quando parla dei primi tempi con Michael, è felice e sorridente. Se gli abusi fossero veri, dice, non puoi essere così contenta quando lo racconti con il senno di poi.
Dopo altre considerazioni di questo genere, Ziegler in qualche modo le chiede di aiutarlo a comprendere il rapporto che Michael aveva nei confronti dei bambini (porta il solito esempio del dormire nello stesso letto, dell’essere circondato da ragazzi...). Lei risponde dicendo quello che noi già sappiamo (cioè che c’erano tanti bambini in camera di Michael e anche se a volte si addormentavano tutti nello stesso letto non succedeva niente) e che lui stesso, non avendo avuto un’infanzia, era come loro, preferiva giocare anziché stare con gli adulti. Comprende che per una persona comune è difficile capire, ma è la verità.
Ziegler ha poi ribadito il fatto che Robson ha testimoniato a favore di Michael durante il processo; se le accuse fossero vere lo avrebbe detto in quell’occasione, non certo dopo la morte. Inoltre conosce bene Mesereau e la sua competenza e sa che se l’ha incluso fra i testimoni (oltretutto il primo) era perché era credibile. Inoltre Michael stesso non avrebbe permesso che testimoniasse (sempre se fossero vere le accuse)! Come se non bastasse, se avesse detto una cosa del genere anche nel 93 avrebbe avuto la possibilità di guadagnare un sacco di soldi!
Commento finale
Nel commento finale Ziegler afferma che Brandi è molto più credibile di Robson per una serie di ragioni che elenca. La più lampante forse è che dopo l’intervista, Brandi gli ha mandato un messaggio dicendo di aver commesso una piccola imprecisione: nell’intervista aveva detto che tra lei e Robson c’erano 9 mesi di differenza (lei è nata a febbraio del 1982, lui a settembre), ma poi si è accorta che i calcoli non tornavano e quindi voleva correggersi.
La conclusione dell’episodio è sostanzialmente la stessa dell’articolo (vedi sotto): almeno nel caso di Robson, Michael con tutta probabilità non era colpevole.
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RIASSUNTO DELL’EPISODIO DELL’INTERVISTA A TAJ JACKSON
Mentre l’intervista con Brandi è stata fatta a Calabasas, questa con Taj è stata fatta nello studio di Ziegler. Quella con Brandi era molto più formale (in certi punti sembrava quasi un interrogatorio), mentre questa è molto più informale e più che un’intervista sembra una chiacchierata. Ziegler è molto enfatico soprattutto quando mette in evidenza le bugie.
Non ci sono molte novità, in sintesi viene un po’ ribadito quello che è già stato detto. Anche Taj sfata il mito della famiglia mantenuta da Michael… Viene commentata l’intervista con Brandi, ribadendo che se solo si sapesse che è stato Michael a presentarli tutta la storia di Robson crollerebbe. Ziegler ribadisce il suo sconcerto per quanto riguarda la censura di Brandi in tv…
(Taj non sapeva che Robson l’avesse contattata nel 2009).
Taj ha confessato di essere stato vittima di abusi solo dopo la vicenda di Robson, in risposta alle sue accuse. Il messaggio era sostanzialmente “Come ti permetti di dire una cosa del genere? Io sono vittima di abusi e so che stai mentendo”. Taj è stato molestato solo una volta all’età di 9-10 da uno zio dalla parte della mamma. Dee Dee si è confidata con Michael e Michael le ha inviato un articolo sull’argomento allegando quella nota che già conosciamo.
Altri due fatti interessanti su Robson: nelle 24 ore successive alla morte di Michael, ha contattato “So you think ou can dance” (sarebbe il nostro “Ballando con le stelle”) dicendo che se avessero avuto intenzione di fare un tributo a Michael lui sarebbe stato la persona perfetta per farlo.
Riguardo il film nello specifico, è stato detto che Robson era in qualche modo costretto a far finire gli abusi nel 1996, perché quello è stato l’anno in cui i contatti con Michael si sono praticamente interrotti e ancora più persone avrebbero potuto tranquillamente smentirlo.
Un’altra cosa rilevante che è stata detta è che nel 2013 Ziegler ha avuto modo di parlare con Matt Lauer che aveva intervistato Robson per il Today Show; Lauer ha chiesto a Ziegler che cosa pensasse perché avevano dei dubbi sulla sua (di Robson) onestà.
Per il resto (riguardo Robson) si ripetono più o meno le stesse cose: si ripercorre il perido del Cirque du Soleil, il libro scartato dagli editori, la nota che si era scritto e che è stata trovata dall’Estate “La mia storia di abusi e i suoi effetti mi metteranno in mostra e mi renderanno rilevante”, il giudice che non gli crede.
Per quanto riguarda invece Safechuck, per Ziegler lui sembra più credibile rispetto a Robson, non tanto perché lo sia realmente, ma perché la sua versione è un po’ meno ridicola e/o scabrosa, ma se ci fosse solo la sua storia anche questa farebbe parecchia acqua.
Taj spiega il motivo per cui le due versioni sono simili (i due hanno lo stesso avvocato) e poi sostanzialmente smontano anche la versione di Safechuck. Vengono menzionati i suoi problemi finanziari nel 2013 ed entrambi concordano sul fatto che anche lui è mosso dal denaro.
Dato che questa sembra più una chiacchierata, la discussione non è ordinata come in un’intervista classica.
Riguardo i gioielli che Michael gli avrebbe regalato, anche Ziegler ha visto un video in cui Michael diceva che regalava gioielli a tutti (sarà stato l’intervista con Bashir, ma è una supposizione mia, lui non lo dice espressamente).
Un’altra cosa che va a loro svantaggio sta nel fatto che il regista era dalla loro parte per cui, se durante la registrazione si rendevano conto che la storia non reggeva, si poteva tranquillamente tagliare e rifarla di nuovo per renderla ancora più convincente.
Dicono anche che Safechuck durante l’intervista con la Winfrey sudava come un matto e faceva parlare solo Robson! Taj pensa che prima o poi, anche in base a quello che altre persone esterne alla situazione (e quindi neutrali) gli hanno detto, ritratterà perché i sensi di colpa che ha sono evidenti. Ziegler però non ci crede molto…
Poi notano una differenza abisale tra questo caso e gli altri casi del movimento MeToo: mentre negli altri casi sempre più persone accusano una celebrità una volta che incomincia uno, qui c’è esattamente il contrario cioè sempre più persone lo difendono!
Taj poi apre una parentesi sul caso del 93: in sintesi dice che Michael ha voluto patteggiare per liberarsi del caso civile, ma nell’accordo non c’era assolutamente scritto che Chandler non potesse testimoniare. È stata proprio la famiglia che non ha poi voluto più collaborare con la polizia, sia nel 1993-1994 sia nel 2005. Gli avvocati di Micchael avevano richeisto di risolvere prima il caso penale e poi quello civile, ma il giudice rigettò la richiesta (ora è illegale).
Tornando a Safechuck, Ziegler evidenzia che la differenza sostanziale tra lui e Robson è stata che no ha testimoniato nel 2005, ma nel 1993. Nel film lui racconta la storiella di Michael che gli telefona arrabbiato e gli dice che deve assolutamente testimoniare, lui delle molestie non dice niente a nessuno. Solo a sua mamma si sarebbe limitato a dire che Michael era “un uomo cattivo” (“manco avesse 12 anni” commenta Ziegler! All’epoca ne aveva 27). E in base a questa frase sua mamma racconta che quando ha saputo della morte di Michael si sarebbe messa a ballare dicendo “finalmente non farà più male a nessun bambino!”.
Piccolo problema è che lui non poteva testimoniare! Il giorno di questa intervista (cioè sabato scorso) Mesereau ha mandato un messaggio a Ziegler dicendo di ricordarsi che il giudice aveva impedito all’accusa di dire che Safechuck sarebbe stato molestato perché non avrebbe potuto testimoniare essendo passati più di 15 anni. “Se l’avesse permesso”, Mesereau continua, “l’avremmo chiamato come abbiamo fatto con Wade Robson, Bret Barnes e Macaulay Culkin. Non ho mai parlato con Safechuck, ma mi fu detto che sosteneva Michael Jackson”. È chiaro che questo facrollare tutta la sua testimonianza.
Parlano anche del tweet del cugino di Safechuck Tony, del 16 ottobre 2013 che dice: “Io e mio cugino eravamo tra i bambini che si trovavano con lui. Grande persona, sono tutte ca**ate, nessun patteggiamento”. Ziegler: “Forse che non hanno informato Tony che Michael ha abusato del cugino?”.
Negli ultimi minuti trattano il problema degli effetti negativi del movimento MeToo. Mentre Taj è fiducioso che la verità prevalga, Ziegler non è così ottimista proprio a causa di questo movimento che è diventato molto potente.
Le ultimissime domande sono le stesse che ha fatto a Brandi. Mentre con Brandi si dimostra parecchio scettico, con Taj (forse avendo già avuto alcune informazioni) si dimostra più aperto a capire. Taj più o meno ripete le stesse cose di Brandi, capisce che se non si conosce Michael è difficile spiegarlo, anche perché lui non si rendeva conto (secondo Taj) di come la gente lo percepiva e del perché aveva questi dubbi: per lui era normale perché aveva lavorato fin da piccolo e non ha mai avuto modo di vivere una vita normale. Cita le volte in cui Michael chiedeva ai nipoti che cosa volesse dire fare una festa di compleanno, avere un migliore amico…
Infine cerca di contestualizzare il fatto del condividere lo stesso letto, parlando delle volte in cui, guardando un film in camera di Michael, si addormentassero tutti sul letto e poi si risvegliassero trovando Michael dormire per terra.
Ziegler dice espressamente che ora comincia a capire, ora si sente più aperto di prima. Ringrazia Taj, i suoi fratelli e la famiglia in generale a cui fa un sacco di complimenti per la loro apertura e disponibilità a rispondere a tutte le domande.
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